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Il mio CV fa schifo
Non ci si piglia nessuno 🤡 🤡 🤡
Pubblicato il 11 Ottobre 2023
È il 2014, Enrica ha 30 anni, è laureata in storia dell’arte, lavora nel marketing. Come intende giustificarsi? La sua è una posizione chiaramente illegittima, chiaramente sta fottendo il lavoro a persone molto più laureate alla Bocconi di lei. Come se non bastasse, il suo commercialista le lascia un bigliettino sibillino: «guadagnare uguale, fatturare doppio». Dopo aver compilato la sua dichiarazione dei redditi l’infelice è colto da pietà e le lascia trovare un biglietto da 500€ sotto il suo ufficio: che si prenda finalmente un cono gelato tre gusti. Enrica le prova tutte, compresa l’umiliazione finale: fa scivolare il suo CV tra le mani del responsabile delle risorse umane di una grande azienda, attirato con una scusa francamente ridicola – partecipare a una puntata di questo podcast. Nemmeno questa le riesce: il suo CV fa schifo, se ne faccia una ragione, si trasferisca su Milano, si iscriva finalmente in Bocconi. Sfigata.
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Commenti 6
CommentaSogno un mondo in cui Stefano risponda NO alla domanda sulla necessità di iscriversi alla Bocconi!
Ascoltarvi come specchiarsi anche questa volta 👏🏼
La cosa divertente è che anche se fai un percorso coerente c’è sempre qualcuno tra i tuoi pari pronto a dirti che non è abbastanza.
Ho fatto lettere, lavoro in una casa editrice, ma la casa editrice non è abbastanza grande.
Mi occupo di scrittura, ho scritto e revisionato centinaia di testi di tutti i tipi ma non va bene perché non ho lavorato per un’agenzia grossa.
E allora sai che c’è? C’è che non mi interessa.
io ieri: Fammi vedere qualche bel master a cui iscrivermi per arricchire il mio CV
io oggi: Bella questa puntata del podcast, fanculo i master il mio cv è perfetto così!
Ma sarà un caso che la parola “master” ricorda la parola “masturbazione”? Non lo so, scusate, ma dovevo mettere nell’etere questa domanda, non me la tenevo più dentro LOL
Giusto Carlotta, al diavolo questi commenti idioti!
Ciao!
Io pensavo di aver sempre convissuto bene con questa cosa, perchè mi sono sempre appigliata al fatto che “se fai una facoltà umanistica poi il tuo percorso te lo devi costruire tu, non ce n’è uno prestabilito”. Non so se me l’avesse detto qualcuno o se me lo sono inventato di sana pianta una volta laureata (in lingue orientali tra l’altro) per auto giustificarmi, però ci credevo fortemente. Questo equilibrio ha retto finchè non ho lasciato il mio lavoro dipendente per fare la freelance e iniziare a mixare la comunicazione digitale all’illustrazione. Proprio io, che non ho mai fatto una scuola d’arte o di grafica.
Ma, come dice giustamente Ivan, questo in realtà mi crea “problemi” solo al confronto con gli altri professionisti, non è mai capitato con i clienti.
Mi iscrivo all’Accademia delle belle arti? Imparo a fregarmene?