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Ivan Rachieli

Dieci cose che abbiamo imparato vendendo corsi online

Pensavi di mettere fuori un po’ di corsi online e smettere di lavorare mentre sorseggi un Mojito e te ne stai a guardare i soldi che entrano perché «tanto quelli poi praticamente si vendono da soli»? Ripensaci.

Ultimamente – ma nemmeno troppo ultimamente – ci capita di vedere in giro su internet pubblicità tipo questa, che sostengono quanto sia facile guadagnare con i corsi online:

Ogni volta che ne vediamo una alziamo il sopracciglio – come si suol dire – per una serie di ragioni. La più importante è che si promette di mettere in piedi un sistema che andrà avanti da solo, magicamente: con i corsi online lavori una volta e poi guadagni per sempre. Urrà 🎉.

Questa cosa si chiama passive income, che in italiano si dice rendita passiva. Ok, forse passive income suona meglio. Comunque. Il passive income è una cosa che esiste davvero, ma non in questi termini. In queste pubblicità il passive income viene associato a internet, che viene descritto come un posto dove tutto è possibile: anche non lavorare e nel frattempo continuare a guadagnare con i corsi online. Se uno poi indaga scopre che la maggior parte di queste pubblicità portano a un sito dove viene proposto questo metodo-per-ottuplicare-i-tuoi-guadagni: metti online i tuoi corsi, butta dentro gente, continua a guadagnare.

Ovviamente questa cosa ci tocca da vicino. Perché quando abbiamo lanciato Guido quasi tre anni e mezzo fa la nostra idea era, sotto sotto, di trovare un modo per guadagnare anche mentre non stavamo lavorando. Soprattutto perché stavamo per diventare genitori: lavoravamo entrambi in proprio e quindi avevamo bisogno di un modo per guadagnare anche se eravamo impegnati a cambiare pannolini e pulire rigurgiti. Quasi subito abbiamo capito che non era possibile. Pieni di disappunto ci siamo arresi all’idea di dover lavorare per guadagnare: e duramente, anche.

Questo non significa che nessuno dovrebbe provare a vendere corsi online o che farlo porti a una vita di miseria e insoddisfazioni. Significa che vogliamo dare a chi pensa di iniziare a vendere corsi online informazioni concrete, precise e veritiere, per non farsi illusioni e farsi invece le giuste aspettative. Ad esempio, si può partire da queste dieci cose qui.

Se vuoi vendere corsi online non puoi smettere di lavorare

Se pensavi di mettere fuori un po’ di corsi online e smettere di lavorare mentre sorseggi un Mojito e te ne stai a guardare i soldi che entrano perché «tanto quelli poi praticamente si vendono da soli», ripensaci. Per i corsi online il passive income non esiste. I corsi vanno scritti, girati, montati e soprattutto comunicati e venduti. Bisogna coordinarsi con i fornitori, imparare a fare cose che fino a un minuto prima non sapevi fare, stare dietro all’assistenza clienti e al sito che da un momento all’altro va giù. Dietro ogni nuovo cliente ci sono un sacco di ore di lavoro, e se smetti di spingerli i corsi online dopo un po’ non si vendono più.

Ma puoi iniziare a lavorare in modo asincrono

Quando abbiamo lanciato Guido Enrica e io lavoravamo soprattutto come consulenti. Tra di noi ci dicevamo: dobbiamo staccare le ore lavorate dai soldi guadagnati. E in effetti questa qui è una cosa che succede. Prima era «ho lavorato otto ore, fatturo il cliente per otto ore». Con i corsi online è «lavoro come un matto per tre mesi, lancio un corso online, se va tutto bene guadagno abbastanza da ripagare gli scorsi tre mesi di lavoro e anche i prossimi tre». Dopo il lancio puoi dedicarti ad altro per un po’: tornare alle consulenze, pensare a progetti nuovi, prenderti qualche giorno di vacanza. Poi è di nuovo ora di pensare al prossimo corso da lanciare, e il giro ricomincia da capo.

I corsi online possono essere un side project

Vendere corsi online non deve diventare per forza il tuo unico lavoro. Puoi anche usarli come side project per guadagnare un po’ di più nei periodi di bassa stagione. Tieni comunque sempre a mente che per venderli bene dovrai prepararli bene, e prepararli bene toglie tempo al resto e rende più difficile mandare avanti gli altri pezzi del tuo lavoro.

Ma i corsi online non sono la «versione web» dei corsi in classe

Chi pensa di vendere corsi online spesso arriva dai corsi in classe. Ne ha fatti un po’, ne ha parlato in giro, sono andati bene. A un certo punto ha iniziato a chiedersi: ma se li facessi anche online? A spingere verso i corsi online ci si mettono pure i potenziali studenti: «eh, peccato, non riesco a partecipare, troppo lontano. Ma li fai anche online?».

Il problema è che corsi in classe e corsi online si somigliano come si somigliano un gatto e una lince: solo a prima vista e a tuo rischio e pericolo. Vendere corsi in classe non è facile: ci va un pubblico pronto a comprare e autorevolezza in quello che fai. Ma quando il corso è finito esci dall’aula e te ne puoi anche tranquillamente dimenticare fino alla riapertura delle iscrizioni, tra sei mesi o un anno.

Anche per vendere corsi online ci va un pubblico pronto a comprare e autorevolezza in quello che fai. Ma i corsi online di solito costano meno dei corsi in classe, quindi per guadagnare abbastanza bisogna venderli a molte più persone. E se te ne dimentichi per sei mesi o un anno molto probabilmente non ne vendi più.

Per vendere corsi online bisogna diventare un po’ imprenditori

Spesso anche chi lavora in proprio usa il mese come unità di misura della sua attività e delle sue finanze. Lavoro, cerco di tenere bassi i costi, i clienti mi pagano e io a fine mese mi pago uno stipendio. Con i corsi online non funziona così. I corsi online sono fatti di un sacco di pezzi diversi che vanno tenuti insieme e di un sacco di competenze che devono lavorare bene insieme.

Molte di queste competenze vanno delegate: girare e montare i video, gestire il servizio clienti, stare dietro alla contabilità, occuparsi della comunicazione. Tradotto, per fare corsi online bisogna prima lavorare molto e investire molto per poi provare a guadagnare molto. Insomma: se tutto va bene, che quello non te lo  garantisce nessuno.

L’unità di misura del lavoro e delle sue finanze non è più il mese ma il ciclo di produzione, lancio e vendita. Ogni ciclo può durare mesi, e nel frattempo bisogna comunque riuscire a pagarsi uno stipendio. È un deciso cambio di prospettiva: da lavoratore in proprio a imprenditore.

I corsi online sono uno stimolo a crescere

Poi non vuol dire che bisogna per forza diventare imprenditori, ma di sicuro iniziare a vendere corsi online è uno stimolo a crescere, a dare un taglio diverso al proprio lavoro e a trovare nuovi stimoli e nuova motivazione. Specialmente se il lavoro che fai ti sembra che sia diventato ripetitivo e inizia ad annoiarti un po’.

Ma per farli funzionare bisogna essere unici

Quando abbiamo iniziato con Guido c’erano relativamente pochi corsi di marketing online in italiano, e quasi nessuno fatto come avevamo deciso di fare Guido. Nemmeno quattro anni dopo la concorrenza è enorme. E non solo per i corsi di marketing online: in generale i corsi online escono dalle fottute pareti, ce ne sono di ogni tipo, su qualsiasi tema, per ogni pubblico e ogni esigenza.

Questo significa che se hai in mente di lanciare un corso online adesso devi essere sicuro di due cose. Prima di tutto devi essere sicuro che ce ne sia bisogno: ci deve essere un reale bisogno di formazione su un tema e un pubblico disposto a comprare formazione su quel tema. Poi devi essere sicuro di poter rispondere a questo bisogno di formazione in modo unico, mettendoti nei panni del pubblico, osservando i problemi dalla sua prospettiva, parlando la sua lingua, dando risposte che il tuo pubblico capisce e può mettere in pratica.

Se pensi di fare corsi online per puro spirito accademico o per imitare quello che stanno facendo altri possiamo già dirti che non funzionerà.

Per vendere corsi online puoi anche metterti in società

Visto che c’è tutta questa concorrenza non è una cattiva idea metterti in società con qualcuno che sta pensando di fare corsi online simili ai tuoi. In questo caso fai attenzione a due cose. Prima di tutto scegli qualcuno con competenze complementari alle tue. Ad esempio se tu sai girare e montare i video scegli qualcuno bravo con la grafica o capace a gestire un sito. Poi chiedi di vedere i numeri. Non i like su Instagram ma i numeri che contano davvero: i dati della mailing list, quanti clienti ha avuto nell’ultimo anno, quanto ha fatturato, quanto si è messo in tasca.

Nei corsi online i contenuti contano più di tutto il resto

Dicevamo prima: per fare corsi online prima bisogna investire molto. Non in tecnologia, non in videocamere, microfoni, computer e luci. O comunque: non come prima cosa, perché non sono queste le cose che fanno la differenza.

È vero, nessuno guarda volentieri un video corso prodotto male, specialmente se sta pagando per farlo. Ma è ancora peggio se il corso è pensato e scritto male, noioso, accademico, più interessato alla forma che alla sostanza. L’investimento più importante quindi è sempre quello sui contenuti e sulle tue capacità di formatore. L’abbiamo detto prima. Sai metterti nei panni del tuo pubblico? Osservare i problemi dalla sua prospettiva? Parlare la sua lingua? Dare risposte che il tuo pubblico capisce e può mettere in pratica?

Se «abbassarti» al livello del tuo pubblico ti fa sentire a disagio allora non c’è fotocamera che tenga.

Questa è la cosa più importante: devi volerlo davvero

Vendere corsi online e venderli bene dipende da un sacco di fattori diversi. Altri sono fuori dal tuo controllo. Uno dipende invece completamente da te, e probabilmente pesa più di tutti gli altri: devi volerlo davvero.

Che non è una cosa motivazionale ma è una cosa che c’entra con le tue motivazioni. Perché vuoi vendere corsi online? Ecco la risposta migliore possibile: devi volere davvero che gli altri imparino quello che hai deciso di insegnargli. Devi volere davvero che capiscano nel migliore dei modi possibili. Devi davvero volergli dare gli strumenti migliori a disposizione. Che imparino a fare da soli, senza aver più bisogno di te. Questo deve essere il motore: non il passive income.

Chi si mette a vendere corsi online per guadagnare soldi facili di solito nel giro di poco tempo sparisce: perché sono soldi per niente facili, dopotutto.

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